Una Super Connessione Per Far Volare Il Vino Dei Colli Euganei

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Una Super Connessione Per Far Volare Il Vino Dei Colli Euganei

Agrivite è una società di Vo’ al servizio dei viticoltori. In piena emergenza ha gestito un importante piano di innovazione.


di Riccardo Sandre. Il Mattino di Padova, 17/05/2020.

La copertura della banda ultralarga e la volontà di investire a prescindere anche dall’emergenza sanitaria in atto spingono gli investimenti di Agrivite, società di Vo’ al servizio di un sistema vitivinicolo, quello dei colli Euganei, alle prese con un tentativo di ripartenza per nulla scontato. Nata nel 1995 dalla collaborazione tra gli agronomi Claudio Arzenton (tutt’ora socio dell’azienda) e Beniamino Turetta, padre di Riccardo attuale amministratore della società, Agrivite occupa 5 operatori e fattura circa 1, 5 milioni di euro offrendo ai viticoltori dei Colli e alle principali cantine sia prodotti per il trattamento dei filari per tutta la filiera del vino che servizi di consulenza e analisi. Un attività resa possibile grazie a un laboratorio ad alto tasso tecnologico e a una rete di stazioni agrometereologiche istallate sul territorio in maniera capillare.

«Avevamo bisogno di una connessione stabile e innovativa non solo per raccogliere i dati del terreno, delle piante e dell’aria», spiega Turetta, «ma anche per applicare nuovi algoritmi di analisi alle informazione raccolte. Il lavoro di Open Fiber in un’area definita “bianca”, dove cioè la concentrazione di popolazione non garantisce un vantaggio economico nella istallazione della fibra, ci ha permesso di programmare investimenti importanti per lo sviluppo del nostro lavoro». I soci di Agrivite progettano un nuovo ciclo di investimenti in software e hardware, strumenti di misura e computer, proprio alla fine dell’autunno del 2019, a seguito dell’istallazione della fibra nella loro zona.

Un programma si investimenti in pieno svolgimento anche nei giorni precedenti alla chiusura di Vo’ per quarantena alla fine di febbraio. «L’azienda era in piena zona rossa», ricorda Turetta , «e noi abitiamo pochi chilometri al di fuori di essa. In quei giorni eravamo nel pieno del trasloco del laboratorio da un’area a un’altra della struttura: tutti i server da attivare, gli strumenti da tarare, i tecnici da seguire e così via. Da un giorno all’altro ci siamo trovati a dovere lasciare fermo tutto. Due settimane che sono state tra le più lunghe della nostra vita. Quando siamo potuti rientrare in azienda, a fine quarantena, ormai tutto il nostro mondo si era fermato». I soci di Agrivite, si sono confrontati, in dubbio se proseguire gli investimenti o attendere tempi migliori.

«Sono stato io a insistere per portare a conclusione il nostro programma di investimenti», conclude l’amministratore di Agrivite, «Dovevamo dare un segnale al nostro sistema, un segnale di forza e di voglia di continuare. Ora un po’ alla volta le cantine e i produttori hanno ripreso a vendere, e anzi qualcuno ha scoperto nuovi canali e va addirittura più di prima. Noi continuiamo a essere al fianco del nostro territorio ma con sistemi nuovi, tecnologie avanzate e una connessione di ultima generazione che migliora di molto il nostro lavoro».

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