Metodi di analisi
Quando si parla di analisi di laboratorio, si tende spesso a pensare che “un’analisi valga l’altra”.
In realtà, la qualità del risultato dipende dal metodo con cui viene eseguita. Ogni metodo di analisi è un insieme di regole, condizioni operative e controlli di qualità che garantiscono risultati affidabili, ripetibili e confrontabili nel tempo — sia all’interno dello stesso laboratorio che tra laboratori diversi.
Cos’è un metodo di analisi
Un metodo di analisi è la procedura con cui un laboratorio misura un determinato parametro, come l’acidità, i solfiti o i metalli presenti in un vino.
Non si tratta di una semplice “ricetta”, ma di un protocollo tecnico dettagliato che stabilisce:
- come prelevare e preparare il campione,
- quale strumentazione utilizzare,
- come calcolare i risultati,
- e quali controlli effettuare per garantirne la validità.
Seguire un metodo riconosciuto significa assicurare che l’analisi sia scientificamente corretta, tracciabile e verificabile.
Perché esistono metodi di analisi diversi
Non tutti i laboratori operano con le stesse finalità, e non tutte le analisi hanno lo stesso scopo.
Esistono diversi metodi di analisi per determinare lo stesso parametro, a seconda di:
- obiettivo (controllo interno, verifica normativa, ricerca),
- matrice analizzata (vino, mosto, suolo, alimenti),
- precisione richiesta,
- tecnologia disponibile.
Ad esempio, l’anidride solforosa può essere misurata con un metodo manuale o con un distillatore automatico. Entrambi forniscono un valore, ma solo un metodo validato o accreditato garantisce che il risultato sia riproducibile e riconosciuto ufficialmente.
Come scegliere il metodo di analisi giusto
La scelta del metodo dipende dal contesto d’uso del risultato.
- Per controlli interni di cantina, può bastare un metodo rapido, purché ripetibile e tracciabile.
- Per documenti ufficiali, export o certificazioni, è fondamentale utilizzare un metodo accreditato ISO/IEC 17025, che assicura validità riconosciuta a livello nazionale e internazionale.
- Per ricerca e sviluppo, possono essere impiegati metodi non accreditati, purché validati internamente e scientificamente giustificati.
Scegliere un metodo accreditato significa affidarsi a un sistema in cui ogni fase — dalla preparazione del campione alla validazione dei risultati — è controllata, tracciata e verificata da un ente terzo indipendente (Accredia).
In questo modo il produttore può contare su dati tecnicamente solidi, riconosciuti e difendibili in ogni contesto.
Metodi ufficiali, normati e accreditati: le differenze
Tipologia di metodo |
Descrizione |
Esempi o riferimenti |
| Metodo ufficiale | Approvato da un ente di riferimento (OIV, UE, AOAC) e utilizzato per i controlli ufficiali. | Determinazione dell’acidità volatile secondo metodo OIV-MA-AS313-02. |
| Metodo normato | Pubblicato da un organismo di normazione (UNI, ISO, EN) e adottato come standard. | ISO 5520 per la determinazione dell’alcalinità della cenere totale e della cenere solubile in acqua in frutta, verdura e derivati. |
| Metodo accreditato | Validato e riconosciuto da un ente di accreditamento (in Italia Accredia) secondo ISO 17025. | Prove accreditate elencate nel certificato di accreditamento del laboratorio. |
| Metodo interno validato | Sviluppato e validato dal laboratorio attraverso dati sperimentali che ne dimostrano l’affidabilità. | Metodi dedicati a matrici non standard, come nuovi prodotti alimentari o vini sperimentali. |
Perché è importante per il cliente
Affidarsi a un laboratorio che utilizza metodi accreditati e riconosciuti significa:
- ottenere risultati ripetibili e confrontabili,
- ridurre il rischio di contestazioni,
- garantire la conformità alle normative nazionali e internazionali,
- e soprattutto, dimostrare la qualità del proprio prodotto con dati tecnicamente solidi.
Nel settore enologico e agroalimentare, la precisione analitica è sinonimo di sicurezza, trasparenza e reputazione aziendale.
Per questo motivo, la scelta del metodo di analisi rappresenta un elemento strategico per ogni produttore.